Le armi di casa Savoia


Fonti:
[1] Antonio Manno, Origine e variazioni dello stemma di Savoia
[2] Amédée de Foras, Armorial et Nobiliaire de l'ancien Duché de Savoie
[3] Luisa Clotilde Gentile, I Simboli della Regione Piemonte, Torino, 2010
[4] Francesco Agostino Della Chiesa, Fiori di Blasoneria (segnalazione di Luisa Gentile)
[5] fregio araldico del Salone degli scudi del castello di levante, Lagnasco (Cn)
[6] Armorial Gelre (1370-1395), folio 96r
[7] Nomi ed arme dei cavalieri del Tosone d'oro, BSB c.i. 286
[8] Jean Baptiste Maurice, Le blason des armoiries de tous les chevaliers de l'ordre de la Toison d'Or
La Haye, 1667

[9] Livre du toison d'or, BSB c.i. 285, Olanda, fine XVI secolo
[**] alcuni siti araldici on-line






Savoia Antica Savoia Moderna



Pietro II
(come arma personale)
[1]
Beatrice
delfina del Viennese
[1]
Filippo I
(come arma personale)
[1]
Amedeo V
(come arma della dinastia
[1]

Tomaso
conte di Fiandra
[1]
Edoardo e Aimone
(come figli di Amedeo V)
[1]
Giacomo
conte di Romont
(1308-1327)
[1]
Giano
conte del Genevese
[1]

Savoia Acaia
[1] [2]
Amedeo
"die Pryns v. Pemont"
poi Amedeo VII
[6]
Amedeo VII
il conte Rosso
[2]
signori del Vaud
[1]
signori del Vaud
[1]

I primogeniti di casa Savoia
[3]
Ludovico
conte di Bâgé
(1424)
[3]

i Principi di Piemonte
(dal 1424)
[1] [2] [3]
Luigi I
signore del Vaud
[1] [2]
Luigi II
signore del Vaud
[2]
Guglielmo
signore di Biolley
[2]

Savoia Arvillars
[1] [2]
Umberto
conte di Romont
[2]
Umberto
conte di Romont
[1]
Umberto
conte di Romont
"die Bastaert v. Sevoyen"
[6]
Filippo
conte del Genevese
[1] [2]

Filippo
conte di Bresse
[1]
Filippo
conte di Bresse
[5]
Filippo
conte di Bresse
[7] [9]
Giano
conte del Genevese
[5]
conti di Romont
[1]

Giacomo
conte di Romont
[**]
Giacomo
conte di Romont
[8]
Giacomo
conte di Romont
[9]

Savoia Collegno
[1]
Savoia Busca
[1]
Ludovico
di Savoia Racconigi
[1]
Amedeo
marchese di Saint Rambert
[1]

Savoia Racconigi
[1]
Savoia Racconigi
[4] [5]
Savoia Racconigi
[5]

Renato
conte di Tenda e Villars
[1]
Renato
conte di Tenda e Villars
[1]
Savoia Carignano
[1]
Filippo
duca di Nemours
[1]
Savoia Nemours
[1]

Savoia Carignano
[1] [2]
Savoia Carignano
[1]
Savoia Carignano
[1]
Savoia Carignano
[1]

Emanuele Filiberto
gran priore di Castiglia e Leon
vicerè di Spagna
Savoia Soissons
[1]
Savoia Soissons
[1] [2]
Vittorio Amedeo Francesco
marchese di Susa
[1]

Benedetto
duca del Chiablese
[2]
Benedetto
duca del Chiablese
[1]
Vittorio Emanuele
duca di Aosta
(poi re di Sardegna)
[1]
Maurizio Maria
duca del Monferrato
[1]

Carlo Felice
duca del Genevese
(poi re di Sardegna)
[1]
Giuseppe Placido
conte di Moriana
[1]
Savoia Aosta Savoia Genova Amedeo d'Aosta
Amedeo I re di Spagna
(1870-1873)




Evoluzione delle armi dei
duchi di Savoia,
re di Sicilia, re di Sardegna, re d'Italia


Manno scrive che Amedeo V (1225-1323) è il primo conte di Savoia ad adottare "la croce come simbolo della monarchia e della dinastia".
Prima di allora, come si è visto in precedenza, compaiono la croce, l'aquila e altri simboli, ma sempre e solo come insegne personali.



Emanuele Filiberto
(1559-1580)
Vittorio Amedeo I
(1630-1637)

Vittorio Amedeo II
re di Sicilia
(1713)
Vittorio Amedeo II
re di Sicilia
(1713)
versione Manno
Vittorio Amedeo II
re di Sardegna
(1720)


Le presenza di due diverse immagini dell'arma di Vittorio Amedeo II come re di Sicilia (1713-1720) richiede qualche breve considerazione.

Nel suo studio Origini e variazioni dello stemma di Savoia, Torino, 1884, Manno scrive: Quando Vittorio Amedeo II ... fu consacrato re di Sicilia ... ordinò una nuova riduzione delle armi. Di quella dell'avo conservò intatti i tre quarti di pretesa, di origine e di dominio. Ma inquartò pure l'ultimo punto, aggiungendo Piemonte nel primo, Saluzzo nell'ultimo, oltre a Monferrato e al Genevese che già vi erano e che collocò nel secondo e terzo quarto. Nella punta dello scudo innestò lo stemma di Nizza; e sul tutto uno scudo d'argento all'aquila di nero, colla quale intendeva figurare il nuovo reame di Sicilia; l'aquila poi caricata in cuore d'uno scudetto di rosso crociato di Savoia. E quando, con suo gran disgusto, fu costretto a scambiar la Sicilia coll'altra maggiore isola del Mediterraneo, allora, conservato lo scudo coll'aquila, mutava il metallo del campo, che fece d'oro, figurando così la insegna di Savoia antica. Invece per il possesso della Sardegna caricò l'armi, nel punto d'onore, d'uno scudetto ovale divisato colle nobili armi del nuovo regno.

Su queste basi era stata disegnata l'arma centrale, che però si è rivelata imprecisa.

A inizio luglio 2012 Marco Foppoli mi fa notare che nel sigillo reale su lettere del 1717 e in due monete del 1714 e del 1717 compare un'arma differente da quella descritta da Manno; è questa l'arma di sinistra.

Poco giorni dopo, anche Luisa Gentile mi segnala un identico stemma ufficiale, delineato nella relazione del trattato di Utrecht scritta dal marchese Solaro del Borgo, ambasciatore sabaudo, conservata all'Archivio di Stato di Torino (si veda un articolo di Luisa Gentile sull'evoluzione dello stemma sabaudo in età moderna, in I Savoia. I secoli d'oro di una dinastia Europea, a cura di Walter Barberis, Einaudi, Torino 2007).

Questo stemma contiene due sole varianti rispetto a quello adottato da Vittorio Amedeo I e mantenuto da Carlo Emanuele II e da Vittorio Amedeo II per il periodo precedente all'assunzione del titolo regio: l'arma di Nizza innestata in punta e lo scudetto con l'aquila di Sicilia caricata in cuore da Savoia moderna.

Senza ombra di dubbio è dunque questa la vera arma di Vittorio Amedeo II re di Sicilia.

Per completezza, si riporta infine quanto scrive Cigna Santi nella Serie Cronologica dei Cavalieri dell'Ordine Supremo di Savoia per le creazioni LXIII e LXVI di Vittorio Amedeo II.

Creazione LXIII (1714): l'acquisto della Sicilia produsse un'aggiunta nello scudo delle arme del Sovrano ... invece che sopra il tutto v'era semplicemente la croce d'argento in campo rosso, si fece lo scudetto di argento con un'aquila nera, e per Savoia si caricò quest'aquila stessa in cuore di rosso con la croce d'argento.

Creazione LXVI (1729): ... dal cambio della Sicilia nella Sardegna ne venne l'ultima mutazione .... in primo luogo si mutò d'argento in oro il campo dello scudetto, che era nel centro del grande scudo, e vi lasciò l'aquila nera, il che era di Savoia antica, caricata in cuore di Savoia moderna ... in secondo luogo si collocò nel punto d'onore anche sopra il tutto lo scudetto di Sardegna ... in terzo luogo si controinquartò il quarto gran quarto nel 1 ... di Piemonte, nel secondo ... di Monferrato, nel terzo ... Genevese, nel 4 ... Saluzzo; e finalmente s'innestò lo scudo grande in punta di Nizza ...

È quindi inesatta anche la descrizione delle successive modifiche indicata da Cigna Santi, che data l'innesto di Nizza solo al 1720.

Sulla foggia dell'arma reale del 1720 tutte le fonti invece concordano.



Accanto a queste armi che potremmo definire "ufficiali", Manno segnala altri due scudi, il primo usato da Emanuele Filiberto, il secondo sia dallo stesso Emanuele Filiberto, sia da Carlo Emanuele I

Emanuele Filiberto Emanuele Filiberto e
Carlo Emanuele I

Inoltre si ricorda che Carlo Emanuele III introduce l'uso delle cosiddette "piccole armi", che compaiono fin dalle monete del 1755.

Carlo Emanuele III
piccole armi



Vittorio Emanuele I
(1815)
grandi armi
Vittorio Emanuele I
(1815)
piccole armi

Vittorio Emanuele II
(1870)


Emanuele Filiberto Inquartato: al 1° e 4° partito di Westfalia e Sassonia, innestato in base d'Angria; al 2° di Chiablese; al 3° di Aosta. Sul tutto uno scudetto di Savoia moderna

Vittorio Amedeo I Inquartato: al 1° gran quarto, inquartato di Gerusalemme, Lusignano (Cipro), Armenia e Lussemburgo; al 2° gran quarto, partito di Westfalia e Sassonia, cappato d'Angria; al 3° gran quarto, partito di Chiablese e d'Aosta; al 4° gran quarto, partito di Genevese e di Monferrato. Sul tutto uno scudetto di Savoia moderna

Vittorio Amedeo II
re di Sicilia (1713)
Inquartato: al 1° gran quarto, inquartato di Gerusalemme, Lusignano, Armenia e Lussemburgo; al 2° gran quarto, partito di Westfalia e Sassonia, cappato d'Angria; al 3° gran quarto, partito di Chiablese e d'Aosta; al 4° gran quarto, partito di Genevese e di Monferrato. Innestato in base di Nizza. Sul tutto uno scudetto di Sicilia caricato in cuore da uno scudetto di Savoia moderna

Vittorio Amedeo II
re di Sardegna (1720)
Inquartato: al 1° gran quarto, inquartato di Gerusalemme, Lusignano, Armenia e Lussemburgo; al 2° gran quarto, partito di Westfalia e Sassonia, cappato d'Angria; al 3° gran quarto, partito di Chiablese e d'Aosta; al 4° gran quarto, inquartato di Piemonte, Monferrato, Genevese e Saluzzo. Innestato in base di Nizza. Sul tutto uno scudetto di Savoia antica caricato in cuore da uno scudetto di Savoia moderna. Nel punto d'onore uno scudetto di Sardegna

Vittorio Emanuele I
(dal 1815)
grandi armi
Inquartato: al 1° gran quarto, inquartato di Gerusalemme, Lusignano, Armenia e Lussemburgo; al 2° gran quarto, partito di Westfalia e Sassonia, cappato d'Angria; al 3° gran quarto, inquartato di Chiablese, Aosta, Genova e Nizza; al 4° gran quarto, inquartato di Piemonte, Monferrato, Genevese e Saluzzo. Sul tutto uno scudetto di Savoia antica caricato in cuore da uno scudetto di Savoia moderna. Nel punto d'onore uno scudetto di Sardegna

Vittorio Emanuele I
(dal 1815)
piccole armi
Inquartato: al 1° di Sardegna; al 2° partito di Lusignano e Gerusalemme; al 3° di Genova; al 4° di Piemonte. Sul tutto uno scudetto di Savoia antica caricato in cuore da uno scudetto di Savoia moderna. Nel punto d'onore uno scudetto di Sardegna

Vittorio Emanuele II
(dal 1870)
Di rosso alla croce d'argento


Armi di alcuni territori legati alla storia
di casa Savoia


Acaja Angria Antiochia Aosta

Armenia
(Cilicia Armena)
Beaugé
(Bâgé)
Bresse Bugey Chiablese

Faucigny Genevese Gex Gerusalemme

Lusignano (Cipro) Lussemburgo Monferrato Morea Moriana

Nizza Piemonte Saluzzo Sassonia Susa

Tarantasia Vaud Valromey Westfalia


al Blasonario Subalpino


Ultimo aggiornamento 14 Gennaio 2015
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